lazysundays interviews -Elettronoir-
lazysundays è un blog limpido, solare, "senza nuvole". Uno si aspetterebbe interviste a folksinger dolcissime e bellissime o a mielosi gruppi scandinavi, ma a quanto pare, per noi vale la legge degli opposti che si attraggono. Se infatti un paio di settimane orsono abbiamo intervistato un dubbio figuro della provincia di Vicenza, oggi la nostra gita a Roma è più sottile, ma non meno pericolosa. Bisogna guardarsi le spalle, schivare pallottole, sventare rapine...
Agli -elettronoir- piace così. Dipingono l'Italia grigia, anzi nera degli anni '70. Storie di ordinaria Malavita, ma anche di amori interrotti, di seduzioni fatali, di smarrimento.
"Dal fronte dei colpevoli" è il loro debutto discografico. Un concept album. Il primo capitolo della trilogia noir "Tutta colpa vostra".
Del progetto parliamo con Marco Pantosti (voce e pianoforte) e Matteo Cavucci (basso elettrico).
ls: Prima di parlare del vostro lavoro, mi interessava sapere come è nato il progetto -elettronoir-.
Matteo: nell’autunno del 2003, appena tornato da un viaggio in Arabia, conosco Marco. Mi fa sentire qualche canzone al pianoforte, e ci vedo un mondo dentro.
ls: E l'attenzione verso un genere ben definito, come il poliziesco degli anni '70?
Matteo: il progetto parte con delle coordinate ben precise. C’è una storia dentro, e questa storia ha come sfondo gli anni ’70 italiani. Il paragone con il cinema poliziesco di quegli anni nasce in seguito, quando, prendendo spunto da maestri come Morricone, ci accorgiamo di aver fatto lo stesso identico lavoro: aver preso un modo di fare musica profondamente italiano e averlo messo a narrare storie di sangue e di piombo.
ls: Una trilogia "dichiarata in anticipo" è un'idea impegnativa. Vuol dire avere già tante idee per la testa ben delineate e confinate. Non c'è il rischio di rimanere ad un certo punto a secco di spunti e intestardirsi a continuare in quella direzione? Oppure l'opposto, avere troppo materiale da gestire. Per restare in ambito 'noir', seppur prettamente letterario, mi viene in mente Pinketts, che volendo scrivere una trilogia, ha poi perso il conto dei libri...
Marco : tutte le canzoni degli altri due episodi sono già presenti, esistono. Dobbiamo solo limarle. Faremo questo lavoro in itinere, perché siano sempre più rappresentative dei momenti che vivremo.
Izzo scrisse la trilogia di Marsiglia, pensando ad un solo libro. Noi abbiamo scritto Tutta colpa vostra con la stessa idea.
ls: "Dal fronte dei colpevoli" racconta le storie di tre ragazzi "di vita", tre "loser" in giacca di tweed. La mia impressione è che il vostro sguardo nei loro confronti sia marcatamente compassionevole. Mi sbaglio?
Matteo: tutt’altro. Sono personaggi difficili da inquadrare, che restano sospesi nel nostro giudizio. Capaci di azioni efferate come di morbide carezze. Cerchiamo di dipingerli così, come infondo è ogni uomo: ambiguo.
Marco : Sono così indefinibili che ho l’impressione che si nascondano tutti nei vicoli di Napoli. Di notte qualcuno esce e da quando raccontiamo le loro storie, non mi fanno più paura.
ls: Ma scendiamo più nel dettaglio dei vostri pezzi. Spogliandoli dal piombo lucido che li riveste, ve la sentireste di affermare che, in fondo, il vostro è un disco sull'amore?
Matteo: le canzoni di -dal fronte dei colpevoli- sono nient’altro che canzoni d’Amore.
Amore conflittuale, violento, passionale, ma anche dolce e struggente. Amore per una donna, Amore per sé stessi, Amore per la vita stessa. Che sia amorale o immorale non ha alcuna importanza. Sono semplicemente storie di uomini, coi loro drammi e i loro sorrisi.
Marco : Canzoni d’amore…le più belle se si riesce ad esaltarne la passionalità degli istinti, come fosse la tragedia greca od una canzone di Endrigo.
ls: Come abbiamo accennato nell'ultimo podcast, nel vostro lavoro si riscontra un perfetto bilancio tra il minuzioso tessuto ritmico e la melodia. Come nascono, anche in rapporto ai testi, le due componenti in fase di scrittura ?
Matteo: il nostro lavoro poi è principalmente di dare alla canzone ciò che la canzone richiede. Le idee dei singoli vengono confrontate, ma poi pare che la scelta su quale ritmica, su quale giro di basso, su quali tasti di piano venga automatica.
Marco : è tutto un processo aperto ad ogni esperienza umana…le musiche nascono da sole, le parole si piegano, altrimenti volerebbero troppo in alto per perdersi in dissolvenza.
ls: Dal vivo come riuscite a trasporre il "concept"? Rispettate la scaletta del disco, intercalate i pezzi con testi esplicativi o semplicemente suonate ottime canzoni pop, senza curarvi dell'aspetto narrativo?
Matteo: la nostra idea è proprio quella di proporre uno spettacolo dove le canzoni riescano a raccontare, a parlare a chi ci ascolta, anche attraverso le sensazioni. I pezzi sono stati riarrangiati per una dimensione più live, più ‘fisica’ se vogliamo,e messi in modo da non stravolgere la narrazione. Due grandi canzoni del passato hanno preso un vestito –elettronoir-, e c’è anche un pezzo inedito. Un pezzo punk. Insomma, un set dove si balla e si pensa, dove si suda e ci si emoziona.
Marco : …è come fare all’amore…piace fino a provare un brivido di fatica e dolore…
ls: Come detto, la vostra musica si pone come colonna sonora ideale di pellicole poliziesche. Qualche titolo per voi irrinunciabile?
Marco : nessuno in particolare perché il genere poliziesco lo leggo come un surrogato di opere più “alte”…preferisco immaginare queste canzoni, le musiche, dentro i silenzi di “Accattone”, quelli dove Citti ha la bocca amara, storta, e gli occhi asciutti dalla polvere di strade di miseria…
ls: Cosa state ascoltando ultimamente?
Matteo: come al solito un mucchio di cose. Tiga, Sambassadeur, Calla, qualche vecchio disco dei Pink Floyd, Isaak Hayes, Humpty Dumpty, Populous, Plastikman…
Marco : le canzoni del secondo episodio di “ Tutta Colpa Vostra”.
ls: Se doveste immaginare gli -elettronoir- tra dieci anni, li vedreste ancora fedeli alla linea attuale? Potete anche rispondere: "è proprio una bella domanda del c***o!", oppure più cortesemente vaghi: "..mah, vedremo. le strade del pop sono infinite.."
Matteo: sul tetto del nostro studio per l’ultimo concerto insieme. Qualcuno con la barba lunga, qualcuno coi baffoni, qualcuno con gli occhiali tondi. Ci sarà l’artista concettualista giapponese seduta su un gradino coi capelli nero corvino, qualcuno che si ferma di sotto, qualche poliziotto che guarda pure lui all’insù. Sorrideremo, ne sono sicuro, sorrideremo.
Marco : Lo stile è una scelta che detta la vita…mi piacerebbe svegliarmi e avere l’impressione che la vita che c’è resta l’idea più possibile…
Ascolta da -dal fronte dei colpevoli-:
Il fronte dei colpevoli
La dolce vita
Per acquistare l'album inviate una mail a: info@elettronoir.it. Il prezzo è di 7 euro + spese di spedizione.
Sabato 4 marzo 2006 gli -elettronoir- apriranno il concerto degli Amari al Circolo degli Artisti di Roma.
Mi raccomando, accorrete in tanti...
Agli -elettronoir- piace così. Dipingono l'Italia grigia, anzi nera degli anni '70. Storie di ordinaria Malavita, ma anche di amori interrotti, di seduzioni fatali, di smarrimento.
"Dal fronte dei colpevoli" è il loro debutto discografico. Un concept album. Il primo capitolo della trilogia noir "Tutta colpa vostra".
Del progetto parliamo con Marco Pantosti (voce e pianoforte) e Matteo Cavucci (basso elettrico).
ls: Prima di parlare del vostro lavoro, mi interessava sapere come è nato il progetto -elettronoir-.
Matteo: nell’autunno del 2003, appena tornato da un viaggio in Arabia, conosco Marco. Mi fa sentire qualche canzone al pianoforte, e ci vedo un mondo dentro.
ls: E l'attenzione verso un genere ben definito, come il poliziesco degli anni '70?
Matteo: il progetto parte con delle coordinate ben precise. C’è una storia dentro, e questa storia ha come sfondo gli anni ’70 italiani. Il paragone con il cinema poliziesco di quegli anni nasce in seguito, quando, prendendo spunto da maestri come Morricone, ci accorgiamo di aver fatto lo stesso identico lavoro: aver preso un modo di fare musica profondamente italiano e averlo messo a narrare storie di sangue e di piombo.
ls: Una trilogia "dichiarata in anticipo" è un'idea impegnativa. Vuol dire avere già tante idee per la testa ben delineate e confinate. Non c'è il rischio di rimanere ad un certo punto a secco di spunti e intestardirsi a continuare in quella direzione? Oppure l'opposto, avere troppo materiale da gestire. Per restare in ambito 'noir', seppur prettamente letterario, mi viene in mente Pinketts, che volendo scrivere una trilogia, ha poi perso il conto dei libri...
Marco : tutte le canzoni degli altri due episodi sono già presenti, esistono. Dobbiamo solo limarle. Faremo questo lavoro in itinere, perché siano sempre più rappresentative dei momenti che vivremo.
Izzo scrisse la trilogia di Marsiglia, pensando ad un solo libro. Noi abbiamo scritto Tutta colpa vostra con la stessa idea.
ls: "Dal fronte dei colpevoli" racconta le storie di tre ragazzi "di vita", tre "loser" in giacca di tweed. La mia impressione è che il vostro sguardo nei loro confronti sia marcatamente compassionevole. Mi sbaglio?
Matteo: tutt’altro. Sono personaggi difficili da inquadrare, che restano sospesi nel nostro giudizio. Capaci di azioni efferate come di morbide carezze. Cerchiamo di dipingerli così, come infondo è ogni uomo: ambiguo.
Marco : Sono così indefinibili che ho l’impressione che si nascondano tutti nei vicoli di Napoli. Di notte qualcuno esce e da quando raccontiamo le loro storie, non mi fanno più paura.
ls: Ma scendiamo più nel dettaglio dei vostri pezzi. Spogliandoli dal piombo lucido che li riveste, ve la sentireste di affermare che, in fondo, il vostro è un disco sull'amore?
Matteo: le canzoni di -dal fronte dei colpevoli- sono nient’altro che canzoni d’Amore.
Amore conflittuale, violento, passionale, ma anche dolce e struggente. Amore per una donna, Amore per sé stessi, Amore per la vita stessa. Che sia amorale o immorale non ha alcuna importanza. Sono semplicemente storie di uomini, coi loro drammi e i loro sorrisi.
Marco : Canzoni d’amore…le più belle se si riesce ad esaltarne la passionalità degli istinti, come fosse la tragedia greca od una canzone di Endrigo.
ls: Come abbiamo accennato nell'ultimo podcast, nel vostro lavoro si riscontra un perfetto bilancio tra il minuzioso tessuto ritmico e la melodia. Come nascono, anche in rapporto ai testi, le due componenti in fase di scrittura ?
Matteo: il nostro lavoro poi è principalmente di dare alla canzone ciò che la canzone richiede. Le idee dei singoli vengono confrontate, ma poi pare che la scelta su quale ritmica, su quale giro di basso, su quali tasti di piano venga automatica.
Marco : è tutto un processo aperto ad ogni esperienza umana…le musiche nascono da sole, le parole si piegano, altrimenti volerebbero troppo in alto per perdersi in dissolvenza.
ls: Dal vivo come riuscite a trasporre il "concept"? Rispettate la scaletta del disco, intercalate i pezzi con testi esplicativi o semplicemente suonate ottime canzoni pop, senza curarvi dell'aspetto narrativo?
Matteo: la nostra idea è proprio quella di proporre uno spettacolo dove le canzoni riescano a raccontare, a parlare a chi ci ascolta, anche attraverso le sensazioni. I pezzi sono stati riarrangiati per una dimensione più live, più ‘fisica’ se vogliamo,e messi in modo da non stravolgere la narrazione. Due grandi canzoni del passato hanno preso un vestito –elettronoir-, e c’è anche un pezzo inedito. Un pezzo punk. Insomma, un set dove si balla e si pensa, dove si suda e ci si emoziona.
Marco : …è come fare all’amore…piace fino a provare un brivido di fatica e dolore…
ls: Come detto, la vostra musica si pone come colonna sonora ideale di pellicole poliziesche. Qualche titolo per voi irrinunciabile?
Marco : nessuno in particolare perché il genere poliziesco lo leggo come un surrogato di opere più “alte”…preferisco immaginare queste canzoni, le musiche, dentro i silenzi di “Accattone”, quelli dove Citti ha la bocca amara, storta, e gli occhi asciutti dalla polvere di strade di miseria…
ls: Cosa state ascoltando ultimamente?
Matteo: come al solito un mucchio di cose. Tiga, Sambassadeur, Calla, qualche vecchio disco dei Pink Floyd, Isaak Hayes, Humpty Dumpty, Populous, Plastikman…
Marco : le canzoni del secondo episodio di “ Tutta Colpa Vostra”.
ls: Se doveste immaginare gli -elettronoir- tra dieci anni, li vedreste ancora fedeli alla linea attuale? Potete anche rispondere: "è proprio una bella domanda del c***o!", oppure più cortesemente vaghi: "..mah, vedremo. le strade del pop sono infinite.."
Matteo: sul tetto del nostro studio per l’ultimo concerto insieme. Qualcuno con la barba lunga, qualcuno coi baffoni, qualcuno con gli occhiali tondi. Ci sarà l’artista concettualista giapponese seduta su un gradino coi capelli nero corvino, qualcuno che si ferma di sotto, qualche poliziotto che guarda pure lui all’insù. Sorrideremo, ne sono sicuro, sorrideremo.
Marco : Lo stile è una scelta che detta la vita…mi piacerebbe svegliarmi e avere l’impressione che la vita che c’è resta l’idea più possibile…
Ascolta da -dal fronte dei colpevoli-:
Il fronte dei colpevoli
La dolce vita
Per acquistare l'album inviate una mail a: info@elettronoir.it. Il prezzo è di 7 euro + spese di spedizione.
Sabato 4 marzo 2006 gli -elettronoir- apriranno il concerto degli Amari al Circolo degli Artisti di Roma.
Mi raccomando, accorrete in tanti...
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