mercoledì, febbraio 15, 2006

lazysundays interviews Bob Rifo


photo by Giulia Centofante

Bob Rifo è un tipo disponibile, pieno di energia, entusiasta, ma quando lo guardo ritratto sulle sue copertine o immortalato durante un’esibizione infuocata, mi prende uno strano terrore. Ogni tanto me lo sogno anche di notte. Si, proprio lui. Bob. Qualcuno mi sfiora sulla spalla sinistra… Io, ancora beatamente intontito, penso sia la mia ragazza che mi vuole deliziare con la colazione a letto. Poi mi giro e.. oddio è lui, tutto insanguinato… la crew è al completo… parte un riffone arrabbiato…

L’unico rimedio per esorcizzarlo è intervistarlo di ritorno da un concerto al fianco dei Test Icicles.

Allora Bob, prima di discutere del tuo progetto in senso stretto, parlami dei due concerti “prestigiosi” che hai affrontato negli ultimi giorni…

Con gli svizzeri Zamarro (venerdi 10 al Factory 04 di Padova, ndr) ci siamo divertiti parecchio. E' davvero carino ricevere complimenti del tipo:- "U r Fuckin' Great!" da gente che ha prodotto un disco (anzi 2) a Seattle con Endino. Stiamo organizzando due date a Basilea insieme, davvero fantastici.
Figo anche domenica con i Test Icicles (al New Age di Roncade-TV, ndr), giovani e di buon impatto...inglesi... Abbiamo aperto il concerto con 25 minuti di delirio. Interessante dividere il palco con un gruppo della Domino Records. Mi ha dato fastidio che le loro basi venissero fuori da un ipod. Si poteva fare di meglio...il suono era altamente impastato e brutto.

Si è fatto male qualcuno?

Spud si è tumefatto una spalla aspettando il soundcheck di venerdi skateando nella jump del locale. Io mi sono lievemente girato il pollice durante l'esibizione; infine abbiamo rotto un cavo e un mic al new age per la mia abitudine cialtrona di girare come una borsetta il mio cardiode.

Siete i soliti… Ma passiamo alla tua storia. Mi incuriosisce molto. Insomma, la distruzione dell’apprendimento schematico e l’abbandono degli studi classici è comune a molti artisti punk, ma di certo non tutti possono vantare un percorso così eclettico. Le hai passate proprio tutte, dall’hip hop alla drum ‘n’bass etc… Ti ha spinto più la voglia di allargare i tuoi orizzonti o l’idea di non aver trovato ancora la tua dimensione?

Sicuramente la voglia di sperimentare e conoscere. La mia dimensione è un continuo ricreare e distruggere. La ricerca è importante, pochi la fanno, molti dicono di farla.

E l’attitudine punk? L’hai mai abbandonata?

L'attitudine punk è sempre stata dominante. Mi ha permesso di creare musica e arte con un ottimo vaffanculo scritto in faccia.

Nell’ambito della tua attività di produttore artistico hai avviato collaborazioni che esulano un po’ dal “dorato” mondo indie, specialmente in ambito “pophouse” (DB Boulevard, Tommy Vee…). E’ dura conciliare i due mondi? E poi, è davvero popolato da mostri viventi il panorama commerciale?

E' dura se non riesci a distinguere le tue priorità. Amo mettermi alla prova, capire, realizzare...distruggere e ricominciare. La conoscenza e la confutazione di essa mi attraggono continuamente, sarebbe stupido non osservare e capire ciò che succede intorno a te. Cerco di pormi migliaia di domande, risponderle e creare realtà parallele affinché il mio cervello possa sfruttare queste informazioni nella direzione Bob Rifo.
Mostri viventi? direi di no...è solo suggestione.


Che ruolo ha Marco Bertoni (Motel Connection) nel progetto Bob Rifo Crew?

Marco è il co-produttore artistico del progetto, un grande professionista. Mi aiuta a non disperdere energie e non ferma mai il mio processo creativo, anzi...spesso lo alimenta.

So che sei un polistrumentista. Dal vivo sei accompagnato dalla tua fedele crew, ma come funzionano le cose in studio? E prima ancora in fase di scrittura?

Ciò che rifornisce il motore Bob Rifo è la visione del mondo attraverso un filtro. Una non realtà dalla quale scaturiscono idee, pensieri, icone.
Ed è dall'icona e spesso da un titolo che nasce la canzone.
Senza aver ancora scritto alcuna parola procedo alla realizzazione della base in un piccolo project studio con qualsiasi programma di sequenze che sia in grado di fornirmi una batteria e degli strumenti virtuali per poterli integrare con basso e chitarra veri . Poi procedo con metriche, melodia e infine il testo. Registro la voce con un condensatore e un pre valvolare per saturarla.
Ne faccio diverse versioni per poterla osservare con angolature differenti. Cerco di non ultimarla e di lasciarla respirare di pensieri.
Mi è indispensabile portarla in saletta per realizzarla con la crew e capirne l'impatto live.
Infine la produzione del provino con l'aiuto di Jesus ma... non è detto che la storia finisca qui.
Mi piace pensare che ogni opera possa essere incompiuta... nella mia testa...quindi ripresa, riarrangiata, ridiscussa.


Recentemente abbiamo trasmesso nella puntata domenicale “Bastards”, il vostro primo singolo. Novità dal cantiere Bob Rifo?

Io e Marco stiamo lavorando ad un dvd che in 2min e 50sec svelerà il mondo di Bob Rifo presentando la crew e il progetto live.
Sarò molto più esauriente,a riguardo, fra un paio di mesi.


Ora, grazie all’intervista riesco a prendere sonno con facilità. Ma quanto durerà la tregua? E quanto passerà prima che Bob arrivi a mettere a ferro e fuoco qualche club sotterraneo qui a Milano?
Quel che è certo è che io voglio esserci.
In prima fila.

Bob Rifo Crew Official Website

Ascolta "Bastards"